sabato 27 settembre 2014

Amore e fumetto: Dylan Dog

Io amo Dylan Dog.
Wait.


Casualmente oggi è l'uscita del primo numero del nuovo ciclo di Dylan e casualmente sto facendo questo post sul blog dove, ve lo dico già da subito, mi professerò come uno dei suoi più grandi fan; ma non è un "effetto Avengers". Cos'è un effetto Avengers? E' presto detto.
E' il modo in cui chiamo le manie passeggere; dall'uscita di "Avengers" il film, un nugolo di fan della Marvel in disguise si è sollevato dal pavimento, dicendo di essere sempre stati super fanatici, ma guarda caso di esserserlo ricordati solo dopo l'uscita del film. L'effetto Avengers si ripete numerose volte: fan di Godzilla come se non parlassero mai d'altro dopo il film di Bryan Cranston, Capitan America miglior super eroe di sempre (la pena) dopo "Winter Soldier", "Dragon Trainer 2" miglior film d'animazione mai fatto dopo, appunto, "Dragon Trainer 2". Non fraintendete: non è un male trovare nuove cose e diventerne fan, succede ogni giorno, anche a me; ma da lì a stracciarsi le vesti e ad immolare la propria vita, di acqua sotto il ponte ne passa.
Ad ogni modo il mio amore per Dylan, non è un effetto Avengers.



Tralasciando le cianfrusaglie intorno, questa è una parte della mia collezione. Ho tutti i numeri degli albi regolari e molti numeri speciali.
Non a caso parlo di "amore"; ho dei ricordi bellissimi legati a Dylan Dog.
Il primo numero l'ho comprato con mio nonno, quando ancora camminava e guidava la macchina, una bellissima cinquecento nera che per farla partire dovevi tirare l'aria. Ho avuto modo di guidarla anche io per poco tempo dopo aver preso la patente e se impari a guidar quella puoi guidare anche un motoscafo. Ogni tanto mi portava ad un mercatino dell'usato vicino Firenze e mentre lui contrattava con il proprietario, uno straniero con il senso degli affari molto sviluppato, io esploravo e mi immergevo in libri e fumetti usati. Mi imbattei in molti "Tex", in molti "Zagor" in pochi "Nathan Never" e, in realtà, in molti porno. Scartai tutta questa roba, "Tex" perché mi pareva noioso, "Zagor" e "Nathan Never" perché non sapevo cosa aspettarmi e i porno per motivi familiari. Poi c'era Dylan, che mi guardava dalla copertina del numero 84, "Zed", mentre un gigante famelico se lo stava per divorare. Mostri e scenari fantasy: tutto ciò che un bambino di 14 anni poteva desiderare. Iniziai a cercare come un matto tra l'usato il numero 1, perché si, non capivo un cazzo di fumetti e non sapevo che il numero 1 era già esaurito da tempo e che trovarne una copia a quel tempo, ad un euro, sarebbe stato il colpo di culo della mia vita. Non lo trovai e pensai che iniziare un fumetto da un numero a caso fosse stupido. Molte storia di Dylan sono stand alone, ma ehy, chi ero io per saperlo. Fatto sta che, con la morte nel cuore, tornai a casa a mani vuote. Qualche giorno dopo, l'innocenza di mia mamma tornò a casa con il numero 3 ristampato in quei giorni, comprato in edicola. A quel punto non rimaneva che leggere, volente o nolente.
Fu amore e lo è ancora.
Nel corso del tempo abbiamo litigato, ci siamo venuti a noia l'un l'altro, abbiamo fatto pace, ci siamo abbracciati e abbiamo imparato a rispettarci. Dylan Dog mi piace soprattutto perché è intelligente: mi ha stregato con "Sette anime dannate" (rielaborazione del celebre "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie), mi ha straziato con "Johnny Freak" e con tante altre storie.
Poi è successo qualcosa, qualcosa di molto brutto. E' cambiato, nel corso del tempo, senza che me ne accorgessi. E' diventato bacchettone, puritano, moralista e semplice. Un tempo dicevi fiero che "leggevi Dylan Dog, l'Indagatore dell'Incubo"; negli ultimi tempi ti ritrovavi a dire che leggevi "Dylan Dog, un convertitore in incognito".
Ma cosa più terribile di tutte ha smesso di fare paura. Nell'ultimo anno ho letto numeri davvero terribili, ultimo tra gli ultimi "Brucia, strega, brucia!" dalla trama fragile, dal contenuto razziale ridondante e dal finale prevedibilmente imprevedibile. A volte, gli scrittori, si propongono di far crescere una certa empatia con un personaggio marginale ins ole 98 pagine, cosa praticamente impossibile. E io a Dylan Dog ci tengo tanto e non volevo che la faccenda andasse a finire così. Quando avevo circa 17 anni, passai la classica fase depressa dell'adolescenza e mi ricordo ancora una frase che dissi a mia mamma mentre leggevo il numero 173 di DYD, "Per un pugno di sterline". La guardai e le dissi: "Leggo Dylan Dog, perché in confronto ai suoi, i miei problemi sono inutili e stupidi. A lui va molto peggio che a me."
Oggi sono emozionato.

Il mio fumettaro di fiducia mi ha fatto avere, di contrabbando perché nella mia zona non è ancora uscito, il primo numero del nuovo ciclo di Dylan Dog, "Spazio Profondo". Roberto Recchioni (papà di "Orfani", se mi concedete il giocone di parole) mi ha dato fiducia: ha detto che Dylan Dog subirà un downgrade, tornerà alle origini, pur con le innovazioni che una testata del suo genere ha guadagnato nel corso degli anni. Tornerà a far paura, a stupire, smetterà di essere moralista, sempre rimanendo un uomo di saldi principi e fiero di essi. Non l'ho ancora letto, lo farò appena smetterò di digitare questo post. Sono convinto che Dylan tornerà quello che tutti noi amavamo e amiamo.

Un "Giuda ballerino!" a tutti e correte in edicola.
Sempre se ci riuscite.

domenica 14 settembre 2014

Il Buono, "Listen" e il Cattivo

Ho avuto e ho delle serie difficoltà per "Listen", il quarto episodio della nuova serie di "Doctor Who".


Tipo che la prima volta che l'ho visto non ho capito NIENTE.
Ma sapete NIENTE?
Ecco. Il niente.
La mia faccia era così:

Un po' lo è ancora, se proprio proprio vogliamo essere onesti.
Ma come un saggio uomo mi ha detto questo pomeriggio, quando guardo un episodio di "Doctor Who", nel mio silenzio e con il mio sguardo attento come non mai, nella mia mente ci sono quattro versioni di me che ne discutono, a tavolino. Questi quattro sono il Buono, il Cattivo, il Nostalgico e lo Sporco. Il Buono è quello che giustifica, il Cattivo quello che condanna, il Nostalgico è l'emotivo, lo Sporco quello che sa che non dovrebbe pensare certe cose, ma lo fa lo stesso. In questo post sul blog, vi darò due alternative per "Listen", due mie percezioni dell'episodio e prenderemo in causa il Buono e il Cattivo. Pronti? Iniziamo.

Il Cattivo

Il Cattivo l'ha pensata così:
tutti voi avete visto l'episodio, quindi pare inutile discutere della trama, un po' come sempre. Al Cattivo l'episodio è piaciuto per il primo quarto d'ora, dove tutto era chiaro e pieno di sfumature dark e goth e si seguiva tutto bene. Al Cattivo si sono strizzate un po' le chiappe quando è comparso Orson Pink. Il Cattivo non ha capito svariate cose, un po' perché è il più tardo dei quattro, un po' perché "Listen" è sicuramente complicato. Chi c'era sotto la coperta? Sul finale fanno intendere che non c'è niente di cui aver paura. Eppure il bozzolo sotto la coperta rossa c'era e se l'è pure svignata. Chi bussava al portellone di casa Orson? Ancora nessuno? Tutto molto approssimativo. Tutto troppo approssimativo. Un Moffat davvero enormemente approssimativo e al Cattivo non piace. Il Cattivo inoltre è un po' sdegnato dai salti temporali e dal fatto che, casualmente, un discendente di Pink si trovi alla fine dell'Universo.
Davvero troppo conveniente. Quindi in pratica, un episodio davvero sotto tono, fino ad arrivare al finale, dove il sotto tono precipita: perché si, il Dottore non solo è impazzito in questo episodio, ma ha una fifa boia e quindi si è inventato tutto per "giustificare" al sua paura. 
Sul serio?
Davvero?
Davvero. E il Cattivo non è neanche sicuro che gli sia piaciuto vedere il Dottore fringuello.
Bah.

Il Buono



Il Buono è uscito al secondo re-watch ed è quello che per ora prevale. Quindi prendete per buono QUESTO mio parere. Al Buono l'episodio non è piaciuto, ma neanche dispiaciuto e ha capito quello che doveva capire, poverino.
"Forse" e "Probabilmente" sono le parole d'ordine di tutto l'episodio. Chi ha scritto "LISTEN" alla lavagna? La creatura nel buio, o FORSE l'ha scritto il Dottore e l'ha scordato. Chi c'è sotto il lenzuolo? Qualcosa, oppure FORSE è soltanto qualcuno con un tiro mancino per il povero Rupert/Danny. Chi bussa alla porta? Un mostro, oppure FORSE sono i rumori dell'impianto della nave. Il punto è che non è importante. Il punto è che tutto può essere qualcosa oppure no, nel senso che l'episodio ti lascia il dubbio ogni volta che possa essere qualcosa di realmente "pauroso", oppure no, le classiche spiegazioni "da adulti". Cosa c'è sotto il letto? Qualcosa, oppure è la tua immaginazione. Per ogni "qualcosa" dell'episodio, ci sono due spiegazioni: la razionale e la spaventosa. Alla fine, nell'idea che si è fatto il Buono, le idee razionali sono quelle che contano; perché non c'è niente nel buio, se non la paura di un bambino che è sempre stato spaventato. Il Dottore, appunto. Un Dottore che sogna che qualcuno lo afferri da sotto il letto, lì in quello stesso granaio dove si ritroverà tra molto tempo a dover scegliere qualcosa di davvero difficile ("The Day of the Doctor", ricordate?), dove frigna spaventato; è allora che proietta la sua paura verso qualcosa di più universale, di più grosso, di più estraneo. "Estraneo" è un'altra parola d'ordine. Perché come dice Clara alla fine, la paura non è un estraneo; la paura è una compagna. E va bene avere paura, basta avere la consapevolezza della sua esistenza. Avere paura è un superpotere. Quindi al Buono non è dispiaciuto l'episodio, si è fatto senz'altro meno domande del Cattivo e pensa di saperne di più del suo collega. Il Nostalgico e lo Sporco sono sempre lì che si fissano, al tavolino.

Quello che il Buono e il Cattivo condividono, è il totale disinteresse per le parti "amorose" tra Danny e Clara. Danny Pink non mi dispiace come personaggio, ma in un episodio del genere, con davvero TANTA carne al fuoco e TANTE idee (che potevano essere trasmesse meglio, a parer mio), non c'era posto. 
Insomma, Clara.
Io ti voglio un gran bene, lo sai.
MA CHI SE NE STRASBATTE DEL TUO APPUNTAMENTO.
Ecco, l'ho detto.
Il trailer del prossimo episodio mi gasa un botto, io punto i miei spiccioli su questo come episodio della stagione. Una stagione che, per ora, apparte le risatine con Robin Hood e l'ispezione del Dalek, non mi ha dato granché.

Alla prossima!
:D

lunedì 8 settembre 2014

Museica e l'Ignoranza del Pogo

Quest'oggi voglio parlarvi della mia vecchiaia.
Seguo Caparezza costantemente da "Habemus Capa". Per chi non conosce l'artista, ma sono sicuro che sarete davvero in pochi, è un musicista pugliese che tutti ricorderanno, sfortunatamente, per la fraintesa "Fuori dal Tunnel" (lelelele).
Sono un superfan, da ancor prima di essere un superfan. Ricordo ancora quando mi toccava sorbirmi ore dei miei compagni alle elementari che cantavano "Vengo dalla Luna" e l'avevo imparata ancor prima di ascoltarla.
Per farvela breve, quest'anno è uscito "Museica", l'ultimissimo album dedicato alla musica e alle "solite" caparezzate, sempre apprezzate e sentite.

L'album è figo come sempre, forse più di sempre, ma ora non ci interessa parlare di questo. Ieri sera sono stato all'ultima tappa del tour di "Museica" nella mia Firenze e ho scoperto di essere diventato troppo vecchio per i concerti. 
La gente mi ha sconcertato. Sono stato a svariati concerti; ho rischiato la vita a quello dei "Motorhead" in Fortezza, ho pogato a quello dei "Litfiba" al Nelson Mandela, ma ieri sera ho accusato il malessere e l'ignoranza della ressa.
Ma andiamo per gradi.
Ho iniziato avendo come partner di pogo un tizio alto circa un metro e novanta con i capelli mossi a fungo che si dimeneva come un forsennato dalla prima canzone. All'inizio avevo paura che collassasse.
Dopo un po' ho iniziato a sperarci. Perché vedete, quando fai headbanging in uno spazio di dieci centimetri quadrati, soprattutto con capelli voluminosi, il risultato è questo:


Solo che l'acqua è sudore e, fortunatamente, il tizio non indossava un bikini. Almeno per quanto mi ricordi.
Ma nel pogo si sa, chi lascia la via vecchia per quella nuova, sa quel che lascia e non quel trova, anche se di solito la via non la lasci te, ma vieni risucchiato in qualche gorgo.
Così che, abbandonato il mio sexy amico dalla chioma fluente, sono stato affiancato da ragazzotti abbronzati ed ignudi, sudati come le patatine del McDonald's quando non puliscono la friggitrice da ci
rca otto mesi (sempre, quindi). Quando saltava mi si spiattellava, ovviamente, in faccia.
Avete presente quando è estate e fa talmente caldo che girate senza maglia per casa, con il vostro fisico da Jonny Stecchino o da Omino Michelin, tanto chi se ne frega? E fa talmente caldo che vi addormentate sul vostro divano di pelle? Ecco. Ogni volta che si staccava di dosso era una sensazione del genere. 
So sexy it hurts. Hurts per davvero. 
Il concerto però è stato bello, Capa ci sa sempre fare e non ti annoi mai. Da "Ritratto" a "China Town", fino ai TRE bis post saluti, è stata come sempre una bella esperienza. 
La mia cicatrice continua a formicolare. Probabilmente sta per piovere, oppure Voldemort sta tornando.
Qui di sotto vi lascio un po' di foto scattate in occasione del concerto.

Ciao!