Wait.
Casualmente oggi è l'uscita del primo numero del nuovo ciclo di Dylan e casualmente sto facendo questo post sul blog dove, ve lo dico già da subito, mi professerò come uno dei suoi più grandi fan; ma non è un "effetto Avengers". Cos'è un effetto Avengers? E' presto detto.
E' il modo in cui chiamo le manie passeggere; dall'uscita di "Avengers" il film, un nugolo di fan della Marvel in disguise si è sollevato dal pavimento, dicendo di essere sempre stati super fanatici, ma guarda caso di esserserlo ricordati solo dopo l'uscita del film. L'effetto Avengers si ripete numerose volte: fan di Godzilla come se non parlassero mai d'altro dopo il film di Bryan Cranston, Capitan America miglior super eroe di sempre (la pena) dopo "Winter Soldier", "Dragon Trainer 2" miglior film d'animazione mai fatto dopo, appunto, "Dragon Trainer 2". Non fraintendete: non è un male trovare nuove cose e diventerne fan, succede ogni giorno, anche a me; ma da lì a stracciarsi le vesti e ad immolare la propria vita, di acqua sotto il ponte ne passa.
Ad ogni modo il mio amore per Dylan, non è un effetto Avengers.
Tralasciando le cianfrusaglie intorno, questa è una parte della mia collezione. Ho tutti i numeri degli albi regolari e molti numeri speciali.
Non a caso parlo di "amore"; ho dei ricordi bellissimi legati a Dylan Dog.
Il primo numero l'ho comprato con mio nonno, quando ancora camminava e guidava la macchina, una bellissima cinquecento nera che per farla partire dovevi tirare l'aria. Ho avuto modo di guidarla anche io per poco tempo dopo aver preso la patente e se impari a guidar quella puoi guidare anche un motoscafo. Ogni tanto mi portava ad un mercatino dell'usato vicino Firenze e mentre lui contrattava con il proprietario, uno straniero con il senso degli affari molto sviluppato, io esploravo e mi immergevo in libri e fumetti usati. Mi imbattei in molti "Tex", in molti "Zagor" in pochi "Nathan Never" e, in realtà, in molti porno. Scartai tutta questa roba, "Tex" perché mi pareva noioso, "Zagor" e "Nathan Never" perché non sapevo cosa aspettarmi e i porno per motivi familiari. Poi c'era Dylan, che mi guardava dalla copertina del numero 84, "Zed", mentre un gigante famelico se lo stava per divorare. Mostri e scenari fantasy: tutto ciò che un bambino di 14 anni poteva desiderare. Iniziai a cercare come un matto tra l'usato il numero 1, perché si, non capivo un cazzo di fumetti e non sapevo che il numero 1 era già esaurito da tempo e che trovarne una copia a quel tempo, ad un euro, sarebbe stato il colpo di culo della mia vita. Non lo trovai e pensai che iniziare un fumetto da un numero a caso fosse stupido. Molte storia di Dylan sono stand alone, ma ehy, chi ero io per saperlo. Fatto sta che, con la morte nel cuore, tornai a casa a mani vuote. Qualche giorno dopo, l'innocenza di mia mamma tornò a casa con il numero 3 ristampato in quei giorni, comprato in edicola. A quel punto non rimaneva che leggere, volente o nolente.
Fu amore e lo è ancora.
Nel corso del tempo abbiamo litigato, ci siamo venuti a noia l'un l'altro, abbiamo fatto pace, ci siamo abbracciati e abbiamo imparato a rispettarci. Dylan Dog mi piace soprattutto perché è intelligente: mi ha stregato con "Sette anime dannate" (rielaborazione del celebre "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie), mi ha straziato con "Johnny Freak" e con tante altre storie.
Poi è successo qualcosa, qualcosa di molto brutto. E' cambiato, nel corso del tempo, senza che me ne accorgessi. E' diventato bacchettone, puritano, moralista e semplice. Un tempo dicevi fiero che "leggevi Dylan Dog, l'Indagatore dell'Incubo"; negli ultimi tempi ti ritrovavi a dire che leggevi "Dylan Dog, un convertitore in incognito".
Ma cosa più terribile di tutte ha smesso di fare paura. Nell'ultimo anno ho letto numeri davvero terribili, ultimo tra gli ultimi "Brucia, strega, brucia!" dalla trama fragile, dal contenuto razziale ridondante e dal finale prevedibilmente imprevedibile. A volte, gli scrittori, si propongono di far crescere una certa empatia con un personaggio marginale ins ole 98 pagine, cosa praticamente impossibile. E io a Dylan Dog ci tengo tanto e non volevo che la faccenda andasse a finire così. Quando avevo circa 17 anni, passai la classica fase depressa dell'adolescenza e mi ricordo ancora una frase che dissi a mia mamma mentre leggevo il numero 173 di DYD, "Per un pugno di sterline". La guardai e le dissi: "Leggo Dylan Dog, perché in confronto ai suoi, i miei problemi sono inutili e stupidi. A lui va molto peggio che a me."
Oggi sono emozionato.
Un "Giuda ballerino!" a tutti e correte in edicola.
Sempre se ci riuscite.